Liliana Spadaro
Liliana Spadaro Storica dell’arte e dottoranda, con specializzazione in arte contemporanea. Tra i suoi interessi principali ci sono le ultime tendenze dell’arte contemporanea, dal Pop Surrealism alla Street Art.

Guida all'esposizione d'arte diffusa e partecipata Io dico

Guida all'esposizione d'arte diffusa e partecipata Io dico

Questa vuole essere una guida ragionata dell’esposizione d’arte diffusa e partecipata “Io dico”, che potrà essere visitata dal 24 a 29 agosto 2020, di cui abbiamo parlato nell’articolo precedente. Data la particolarità dell’esposizione, che si snoda lungo tutta Via dei Coronari, è forse il caso di riflettere con maggiore attenzione sulle opere e sul rapporto con le locations in cui trovano posto. Come precedentemente spiegato, le parole che costituiscono il fulcro di ogni opera, sono frutto di lunghe chiacchierate con residenti, ristoratori e negozianti di Via dei Coronari. Attraverso questi scambi di idee e osservazioni si è arrivati a sintetizzare, insieme agli artisti di Gulp 3D e Colordrop, concetti complessi in un’unica parola, che rispecchi non solo il mood del momento, ma anche il modo di vedere la vita a Rione Ponte da parte di chi conosce il quartiere meglio di chiunque altro. Il nostro viaggio ha come filo conduttore un rimbalzo continuo e costante tra antico e moderno: non possiamo prescindere dal retaggio medioevale e rinascimentale di Via dei Coronari, spesso molto evidente in palazzi e scorci, anzi abbiamo cercato di inglobarlo rendendolo vivo nella contemporaneità delle opere site specific crete. Dunque iniziamo:

IL QUARTIERE CHE VORREI DOVREBBE ESSERE PIÙ… - Via dei Coronari n 27, il Bar di Stefano da qui parte tutto, troverete infatti esposta la frase che ha dato origine a tutta la riflessione e a tutte le discussioni: “Il quartiere che vorrei dovrebbe essere più…”. Questo è stato il quesito che si sono trovati di fronte i protagonisti dell’esposizione, rispondendo alla quale sono uscite molte idee, spesso è stata anche l’occasione per uno sfogo personale sulla situazione attuale e sull’incertezza futura riguardo ad una delle vie storiche di Roma. L’opera è realizzata su carta rigata avorio, montata su passepartout nero, in modo da dare totale risalto al tema centrale e allo stesso tempo in modo da distaccare l’opera dal contesto in cui è esposta. La cornice che cosi si crea, arricchita in basso da due QRcode con relative informazioni aggiuntive, rendono riconoscibili le opere esposte anche quando la conformazione della location le pone in posizione meno evidente. Qui gli artisti hanno volontariamente scelto una realizzazione grafica più neutra possibile, il font domina sul fondo chiaro, in modo da lasciare aperta la porta dell’interpretazione.

ROMANA - Supplizio, Via dei Coronari 25 All’interno di questo piccolo locale, eccellenza dello streetfood romano, trova posto l’opera la cui dominante è la parola “romana”, in un rimbalzo culinario e concettuale azzeccato. Questa nasce da una profonda riflessione sul passato di questa zona e su una romanità via via sempre più nascosta, che va riscoperta con pazienza guardando con attenzione e leggendo tra le righe, non basta passare distrattamente nel dedalo di vie di Rione Ponte, bisogna avvicinarsi, osservare con attenzione l’ambiente circostante, parlare con le persone, solo allora la romanità verace, quella di una volta, forse si paleserà. Da questo concetto nasce l’opera esposta. Anche qui un fondo bianco ottico, in cui la parola è stampata in due colori: rosso per la R e la parte interna della m che forma una V, e grigio chiaro per le restanti lettere. Una scelta minimal, che però rappresenta appieno il concetto. R e V in rosso, molto evidenti, non sono altro che l’abbreviazione di Rione V, Rione Ponte, il resto si legge solo avvicinandosi, la romanità nascosta dunque, che si svela solo ad un occhio attento e meritevole.

ECLETTICA - Casa e Bottega, Via dei Coronari 183 L’opera in questione vede un pattern con moduli quadrati e grigi sullo sfondo, a rappresentare i famosi sampietrini romani, in cui spicca il lettering prevalentemente giallo, i cui spigoli caratteristici del font non hanno nulla a che vedere con il pattern dietro. Scelta voluta dagli artisti per rappresentare graficamente il significato della parola che è stata scelta da Casa e Bottega. Via dei Coronari, come il significato del lemma in questione, non segue una regola prestabilita, si sgancia dal “come dovrebbe essere”, per esprimere la sua essenza antica e contemporanea allo stesso tempo, in una commistione che vede fianco a fianco realtà molto diverse, rispecchiate anche nelle attività commerciali che si susseguono nella via, in un esempio molto interessante di inclusione culturale. La stessa location che ospita l’opera ne è un esempio, un locale moderno, equilibrato, che si innesta perfettamente nel volto medioevale della strada.

VALORIZZATA - Fres&co, Via dei Coronari 95/96 L’opera prende spunto da una riflessione sul futuro, su come il Rione si evolverà, pensando anche agli odierni tempi di crisi. C’è una punta di amarezza, ma di sicuro anche la speranza di vedere maggiormente valorizzato il quartiere. La parola dunque esprime una una dualità di sentimenti, che però portano ad una spinta positiva verso l’avvenire. La location ha ampie vetrine e l’opera è posta in posizione rialzata, più o meno ad altezza occhi. La cornice nera mette in risalto uno sfondo disordinato, come creato da schizzi di vernice nera, su cui però troneggia una pennellata d’oro in cui la parola prende forma con un font che si stacca dallo stile sottostante. L’oro rimanda direttamente alle icone, alle corone e alle immagini sacre che popolavano le botteghe e i banchi dei paternostari, ossia i venditori di oggetti sacri qui molto numerosi in passato dato che la via era il collegamento tra Porto di Ripetta e San Pietro, pertanto sempre gremita di pellegrini in transito. L’antico è sempre presente, oltre ad essere evidente nell’architettura, rappresenta il background di molti negozi odierni, in fondo questo genere di commercio è l’antenato meno nobile di antiquari e gioiellerie.

STORICA - Creart Roma, Via dei Coronari 111 Questo particolare negozio di artigianato si sposa perfettamente con l’opera esposta. Il richiamo alla storicità è evidente, tutta la location è un’ode al passato più antico di Roma, che ha ancora più valore se si pensa che tutto è stato fatto a mano, non solo le sculture in vendita, ma anche le pitture alle pareti. L’unica cosa che si distacca è il soffitto, originale, più o meno fine ‘400, in cui le travi a vista riescono a far capire perfettamente come potesse essere un interno post medioevale. La parola scelta ha un movimento circolare e concentrico che dall’esterno, nei colori nero rosso e grigio, confluisce al centro della stampa in cui una linea rossa, quasi retta, è Via dei Coronari. Se si guarda con attenzione si vede sullo sfondo un reticolo, la pianta di Roma. Anche in questo caso la riflessione è sulla storicità di questo quartiere.Il vecchio e il nuovo hanno modo di fondersi in una continua discussione dialettica feconda di spunti contemporanei. Notevole infine è la volontà dei gestori di Creart di porre l’attenzione sull’artigianato artistico, genere molto presenta a Roma ma poco conosciuto.

MADONNA IN CORONA - Audrey Shop, Via dei Coronari 113 In questo particolare punto della via, questo piccolo locale ospita l’unica opera a metà tra una stampa e una scultura. Sul solito fondo nero risalta una corona votiva di colore giallo, creata con la tecnica della stampa 3D, nel cui interno trova posto l’icona di Maria in preghiera. L’immagine ha la particolarità di risultare disturbante grazie ai pixel estremamente evidenti. Si coglie la bellezza allontanandosi un po’, per dare modo all’occhio di cogliere l’insieme. Chiarissimo rimando alle corone votive, di cui questa è esattamente un classico esempio declinata però all’ipercontemporaneità della progettazione e stampa 3D. La location è particolarmente pertinente in quanto si trova in corrispondenza dell’Immagine di Ponte, la prima edicola sacra di Roma, architettonicamente creata da Antonio da Sangallo il giovane nel 1523. La pittura interna, oggi molto deteriorata, è stata eseguita da Perin del Vaga, tutto su commissione di Alberto Serra da Monferrato. La dicotomia qui è evidente, l’Assunzione di Maria di Perin del Vaga ha come emanazione diretta l’interpretazione di Gulp3D e Colordrop di Maria contemporanea, in una corona votiva, fatta di pixel e colore.

MULTICULTURALE - Maledetti Toscani, Via dei Coronari 118 Negozio dalle dimensioni contenute ma pieno di fascino, rappresenta una delle eccellenze italiane nella lavorazione della pelle. Qui trova posto l’opera che contiene in sé la parola e il concetto di multiculturalità. Gli artisti qui hanno scelto di mettere in piena evidenza la parola cultura contenuta in essa, ponendola al centro, ai lati ci sono le rimanenti lettere, rispettivamente rosse e blu. Il centro dunque è formato dall’intersezione di questi due colori, chiaramente agli antipodi, che si fondono a formare la parola cultura. Con cosa, se non con la cultura, possono rompersi le barriere delle diversità? In questo senso, la via in cui siamo rispecchia esattamente questa sensazione di unione e di inclusione. Pellegrini, turisti, gente di passaggio, romani e non, negozianti dalle diverse nazionalità, si fondono in un interessante miscela di diversi elementi, amalgamati grazie alla storia che fa da sfondo.

SNATURATA - Questa è forse la parola che esprime uno dei sentimenti più forti con cui abbiamo avuto modo di confrontarci durante la creazione di questa esposizione. Il concetto di snaturata ha una connotazione di base negativa, e nasce dalla riflessione riguardante il passato splendente della via rispetto al presente che in questo caso viene interpretato in maniera meno promettente, che non riesce a reggere il confronto con ciò che è stato: la via degli antiquari, degli oggetti d’arte, la cui presenza oggi è senza dubbio minore ma comunque evidente. L’opera esprime questa evoluzione, la parola è rappresentata in stile specchio di un camerino da diva, ogni lettera contiene in se delle lampadine sfavillanti, man mano che si legge però è evidente l’andamento verso il degrado, man mano le lampadine sono sempre meno, fino ad arrivare alla lettera A finale che cade, spenta, trasformata in qualcosa di molto lontano dalla sua natura originaria. Apparentemente dunque siamo in presenza di un approccio negativo verso la storia evolutiva di Rione Ponte, ma se ci soffermiamo a riflettere è evidente che questo più che un giudizio negativo sia invece un sentimento di nostalgia verso un passato che spesso viene idealizzato.

Dopo il 29 agosto sarà possibile visionare le opere presso gli spazi di RioneRoma, in Via dell’Arco di Parma 18, previo appuntamento.

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